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Immagine del redattoreFilomente Psicologia

Cosa c’è che (non) VA? La psicologia positiva e l’approccio bio-psicosociale.





Immaginiamo di andare dallo psicologo e raccontare la nostra storia personale, il nostro vissuto e sentirci dire: “Da questa sua storia io vedo che lei ha utilizzato parecchie risorse, vedo in lei numerose potenzialità e....ri-partiamo da qui per affrontare questo suo malessere!”.


Il senso comune, influenzato dalla visione classica e tradizionale della psicologia, impone di vedere la figura dello psicologo come colui che scova le turbe psichiche, le patologie di una persona. Si va da un professionista perché c’è qualcosa che non va e bisogna scoprirlo.


In realtà ci si rivolge alla figura dello psicologo per affrontare un momento buio, difficile e per un sostegno nelle proprie sofferenze. I sintomi che la persona manifesta sono estremamente importanti; quest’ultimi sono stati funzionali in quel dato momento e gli hanno permesso di far fronte, nel modo migliore per lui/lei in quel momento, agli ostacoli della vita.


Negli ultimi anni nelle discipline bio-psicologiche sta avanzando un importante modello, chiamato bio-psicosociale; questo consente di effettuare un considerevole passaggio: dal modello di malattia a quello di salute. Anche in psicologia il focus non sono più i sintomi e la malattia in sé, ma le risorse e le potenzialità che l’individuo ha, nonostante tutto!


L’essere umano in tale ottica è considerato come un sistema aperto e unico, formato da una serie di fattori: biologici, sociali e psicologici che interagiscono tra loro in modo dinamico e reciproco. Lo stato di salute dell’individuo è dato dalla buona comunicazione tra questi fattori. La Salute che non è assenza di malattia, dev’essere salvaguardata costantemente e, anche nel lavoro psicologico, ci si dovrebbe orientare al mantenimento di uno stato di salute, aiutando il paziente a vedere oltre le sue avversità ed i suoi limiti, valutando e potenziando il bagaglio delle sue risorse umane.


La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si fa assertrice sin dal 1946 di questa ampiezza della connotazione del concetto di salute quando esprime: “La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia e di infermità” e chiede ai governi di adoperarsi responsabilmente, attraverso un programma di educazione alla salute, per la promozione di uno stile di vita consono allo sviluppo di condizioni pratiche in grado di garantire ai cittadini un alto livello di benessere.

La psicologia si muove quindi verso il BEN-ESSERE della persona ed si posiziona non solo in un’ottica di cura, ma di PROMOZIONE dello stesso.

Lo psicologo prepara il campo su cui si gioca la partita, fa in un modo che sia il più agevole possibile e che ci siano le condizioni favorevoli affinché i giocatori possano mostrare il loro meglio.


“Non esistono individui svantaggiati ma contesti che non consentono a tutti di esprimersi ed agire”.
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