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La fiaba in pillola




Le fiabe per la maggior parte di noi hanno un profumo d'infanzia, un legame con il ricordo del bambino che vive in noi ma spesso si crede che debbano essere relegate in quell’età così lontana avendo perso ogni tipo di funzione nella nostra quotidianità ..siamo grandi!!!

Ma siamo sicuri che le fiabe non possano più servirci? Che abbiano esaurito il loro scopo? Le fiabe nascono in tempi antichissimi si può dire con l’uomo stesso, dal bisogno di raccontarsi e tramandare i propri insegnamenti di padre in figlio. Ancora prima che i fratelli Grimm iniziassero a metterle per iscritto a partire dai primi del 1800, le fiabe erano una parte fondamentale del patrimonio culturale di ogni popolo del globo. La funzione della fiaba è sempre stata quella di trasmettere la saggezza popolare (origini, miti e riti di passaggio) , uno strumento utile per tutte le età.

In Psicologia la fiaba assume un valore fondamentale, capace di comunicare informazioni e nuclei di senso. La fiaba estrapolata da spazio e tempo ci apre un mondo magico, il mondo simbolico. Bettelheim, afferma che le fiabe fanno appello alla nostra mente conscia e inconscia e ai suoi tre aspetti: Io, Es e Super-Io. (Bettelheim B., Il mondo incantato. Ed.Feltrinelli, Milano 2011). Rimanere allenati o imparare ad usare il mondo simbolico permette, a grandi e piccini, di aumentare la propria creatività e di accedere al mondo delle emozioni. Nelle fiabele emozioni non sono espresse direttamente, ma evocate da personaggi fortemente caratterizzati nei quali sono, per così dire, incarnate” (Messeca e Raufman, 2008). Inoltre la fiaba viene usata per la “riorganizzazione del pensiero” vi è una coesione tra le vicende intrapsichiche e le relazioni con l’ambiente familiare e sociale. Quando si racconta una storia i processi interni prendono forma, creando una sinergia tra chi ascolta e i personaggi della storia, tra le nostre azioni e le loro.

Per una maggiore chiarezza vediamo assieme le funzioni della FIABA:

  • Funzione di stimolo dell’attività fantasmatica (ci permette di accedere ad una svariata quantità di materiale che l’IO può elaborare senza tendere alla rimozione)

  • Funzione regressiva (ci consente di rivivere tematiche conflittuali non risolte o non del tutto elaborate)

  • Funzione dinamica/sintetica (ci consente di armonizzare le pulsioni contrastanti attraverso un senso di fiducia nella riuscita)

  • Funzione rassicurante e protettiva data dal “lieto fine” e “dalla compensazione dell’impotenza infantile” ( l’eroe della fiaba è dotato di straordinari poteri ed il lettore identificandosi con lui può compensare le proprie inadeguatezze immaginate o reali)

Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono. Perché i bambini lo sanno già. Le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti.

Gilbert Keith Chesterton


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